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Basta un Guizzo di Bellezza (per ritrovare le parole e lo Stiletto)

 



















Ho ancora negli occhi le immagini delle Olimpiadi, delle vittorie e delle sconfitte, perché nello Sport, quello vero, quello dove è importante esserci, partecipare, dare il meglio di sé... anche la sconfitta è a dimensione di "persona", di atleta, e può essere una piccola vittoria personale, o una lezione per ricominciare.

Sto guardando con stupore la cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici... con la storia di un aeroplanino con una sola ala, che ha paura di volare: bellezza pura (non a dimensione di "diversa abilità", bensì a dimensione di umanità, tutta, ché siamo tutti uguali)! 

Ma penso e ripenso a su Casteddu meu de su coro e ve lo voglio raccontare. 

Torno per un attimo alla stagione scorsa, ai sogni di inizio campionato, alle speranze europee. Ripercorro le delusioni, la mestizia del calcio senza tifo, la chiusura dei tifosi in casa davanti a uno schermo e dei giocatori nella bolla dello spogliatoio, il ridimensionamento degli obiettivi, il soffio dalla B, il cambio dell'allenatore, il ritrovare il gruppo nella corsa ad un abbraccio collettivo in mezzo al campo, la salvezza... Sì, la sAlvezzA!!!

C'erano le premesse per un'estate di festeggiamenti. Per un ritiro precampionato tranquillo. Per un inizio di stagione sulla scia dell'entusiasmo.

E invece?

Cosa è successo?
Lo dico così, perché i nostri lettori lo sanno, non riusciamo ad essere polemiche, ad aggiungere attrito ad attrito.
Per noi lo sport è bellezza, e la parola deve essere eleganza, per raccontare. Non edulcorare, semmai trasfigurare.

È successo che, in un'estate che doveva essere di speranza, in tutti i campi, non solo in casa Cagliari Calcio, la speranza un po' si è persa e le parole sono diventate voci: le voci di mercato, i "si dice che", le parole riportate male, il gioco del telefono senza fili.

Così lo Stiletto è stato in silenzio. Per delicatezza. Ed eleganza. Perché l'ineleganza delle voci è palese, sotto gli occhi di tutti, e non ci piace. Abbiamo tenuto un silenzio attento, vigile, curioso. Abbiamo immagazzinato altre parole, le storie e la bellezza dei Giochi Olimpici, per esempio, come dicevo all'inizio. 
E aspettato un guizzo di bellezza sperando di poter riprendere il nostro racconto.

Nel fine settimana appena concluso il campionato di Serie A è ripreso. Senza molta lode, a dire il vero. Nessuna impresa memorabile. Molto già visto, già scritto, o comunque atteso.

E allora dove sta il guizzo di bellezza, direte voi?

Si è visto ieri, alla Unipol Domus, con 33 gradi di temperatura, qualche folata di maestrale che fatica ad entrare, per cinque soli minuti di una partita che si era messa davvero male: tra il 61' e il 66'.

Ve l'ho detto dall'inizio, il guizzo di bellezza nello Sport può essere tante cose: la storia di un atleta, la sua forza o la fragilità che non diventa resa, l'umiltà (che è la capacità di stare attaccati alla terra), una circostanza fortunata, una possibilità presa al volo, un gesto atletico perfetto.

Il guizzo di bellezza a cui abbiamo assistito ieri si chiama Joao Pedro, e delle caratteristiche che ho elencato prima ne ha tante, ma soprattutto ha fatto il Capitano: non si è arreso, ha preso in mano una squadra che ha troppe voci in testa e le ha restituito la parola.

Ecco, io non so come andrà a finire... cosa sarà della rosa del Cagliari da completare, se quando finirà il calciomercato le voci si placheranno e nello spogliatoio si ricomincerà a parlare; non so se l'allenatore troverà la forza morale (come dice lui) per ricostruire un gruppo che corre a perdifiato ad abbracciare i compagni in un cerchio a centrocampo, che sa di un cuore che batte.
Non so nulla di tutto questo, e non so nemmeno quando arriverà quel prossimo guizzo di bellezza che farà fluire di nuovo le nostre parole in racconto.

Però spero che sia presto, perché lo Stiletto ha desiderio di tornare... 

(per inciso: come trovate in tutti i giornali, Joao Pedro ieri ha continuato a scrivere il suo nome nella Storia del Calcio. 
È il quinto giocatore del Cagliari ad aver segnato per sette stagioni consecutive, dopo Gigi Riva, Daniele Conti, Nenè e Ricciotti Greatti. 
È il sesto giocatore brasiliano a segnare 60 reti in Serie A, superando un certo Ronaldo, 58 reti)

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Proemio

Il paradigma degli ottavi

  La vita è un po’ fatta così, dà e prende, un giorno ti manda una bella sorpresa e un giorno una brutta lezione, un giorno vinci un mondiale e un giorno ti prende un Embolo… C’est la vie, mes amis ! E la vita insegna, e della vita bisogna imparare l’arte, traendo spunto da ogni occasione. Avevamo in mente di rendicontare ogni minuto di questi Europei, ma partita dopo partita, sarà il caldo di questo strano giugno, sarà lo sgomento dell’ingresso del pallone su una semplice Volkswagen (noi non dimentichiamo, e diciamo forte e chiaro se fosse per noi in campo entrerebbero solo Rolls Royce), ad ogni gara mancava lo spunto, la magia, la polvere di stelle che rendesse necessario il racconto a fare immortali le gesta dei nostri eroi in pantaloncini. Fino a ieri. Più che una partita un paradigma e la sua dimostrazione. La perfetta applicazione delle regole che da anni andiamo predicando per lo più inascoltate. Regola n.1 : Il silenzio prepartita. Si può anche parlare degli avversari