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Il paradigma degli ottavi

 


La vita è un po’ fatta così, dà e prende, un giorno ti manda una bella sorpresa e un giorno una brutta lezione, un giorno vinci un mondiale e un giorno ti prende un Embolo…

C’est la vie, mes amis! E la vita insegna, e della vita bisogna imparare l’arte, traendo spunto da ogni occasione.

Avevamo in mente di rendicontare ogni minuto di questi Europei, ma partita dopo partita, sarà il caldo di questo strano giugno, sarà lo sgomento dell’ingresso del pallone su una semplice Volkswagen (noi non dimentichiamo, e diciamo forte e chiaro se fosse per noi in campo entrerebbero solo Rolls Royce), ad ogni gara mancava lo spunto, la magia, la polvere di stelle che rendesse necessario il racconto a fare immortali le gesta dei nostri eroi in pantaloncini.

Fino a ieri. Più che una partita un paradigma e la sua dimostrazione. La perfetta applicazione delle regole che da anni andiamo predicando per lo più inascoltate.

Regola n.1: Il silenzio prepartita.

Si può anche parlare degli avversari, lo sfottò è il sale del gioco, ma MAI e dico MAI dare dei brocchi ai prossimi avversari, potrebbe portare sfiga e quando la sfiga arriva poi non è molto bello, ou pas? Non si parla di nulla prima della partita, prima della partita si fa i calciatori tonti con le tonte frasi fatte tipo “dobbiamo rispettare un avversario difficile” “ci stiamo preparando con molto impegno” “lo spogliatoio è concentrato e sereno” “Je suis Catherine Deneuve” e altre simili amenità. Risulta invece sconsigliato dire “i nostri futuri avversari non valgono molto, ovvio che ne hanno preso tre” o “niente sesso, siamo francesi”. Quanta ineleganza, sono cose che un vero gentiluomo tiene per sè!

Regola n.2: L’eleganza fa la differenza.

Partire da favoriti è il perfetto contrario della classe. La vera eleganza deve passare inosservata e soprattutto non deve essere confusa con i milioni di ingaggio. Per carità, a volte succede di essere favoriti, ma in quel caso ci vuole davvero un surplus di eleganza e classe. Devi come minimo essere la Audrey Hepburn del manto verde, la Grace della curva! Che l’unico accessorio sia il rispetto dell’avversario, che nessuna paura scomposta di perdere alteri il tuo incedere sicuro. Vi immaginate Grace Kelly che sgambetta una Brigitte Bardot qualunque ai provini per caccia al ladro? E i campioni del mondo che fanno falli a caso su Embolo? Ah, no?

Regola n.3: Ciò che temi si avvera.

Bisogna dominare le proprie paure, perché se loro dominano te diverranno realtà. E se tu avrai paura di Embolo, proprio quando ti sembrerà che è uscito dal campo, un Embolo ti prenderà, et voilà!

Regola n.4, ovvero la regola delle regole: Il calcio è degli sfigati.

E a proposito degli sfigati, per dimostrare che noi siamo per la fratellanza universale, anche se la cuginanza non è il nostro forte, vorremmo spendere una parola buona per Mbappé. 

Sei arrivato da favorito tra i favoriti, con mezzo pallone d’oro in tasca… Beh, dopo essere stato chiamato per tutto l’europeo Mappè da quell’affascinante incrocio tra un genio del giornalismo sportivo e una lampada alogena, non sei riuscito a segnare nulla e oltre tutto hai sbagliato il rigore decisivo… ma… sbagliare il rigore decisivo! Pensa e rimembra a quale meraviglia dell’eleganza del calcio ha fatto un gesto così nobile, causando la gioia di milioni di persone! Ora dunque anche tu sei uno sfigato e se saprai esserlo con eleganza, il calcio potrebbe diventare tuo! Magari nel 2022 un pallone di metallo lo vinci! Noi, da animi sensibili quali siamo te lo auguriamo!

E con ciò, a bientot e vive la France!

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