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Stiletto Story

 

Il Capitano gentile che ritwittava lo Stiletto!!!

Che giorno è oggi? Che ore sono? Maggio? Matti, siamo? Forse sì, forse perché siamo matte ci troviamo solo stamattina alle 07:09 a scrivere il primo stiletto dell'anno! Ma d'altronde, senza stiletto può finire il campionato? E se non scriviamo e casca il  mondo? Se senza lo stiletto l'ultima giornata di campionato sparisse in un buco nero? Non possiamo permetterlo, non abbiamo mica il cuore come un bidone dell'immondizia, noi! Stronze sì, ma non cornute come un arbitro. E poi non abbiamo mai mangiato un fruttino in tribuna, noi, non sapevamo neanche che si potessero mangiare fruttini allo stadio... eravamo rimaste ai panini del caddozzo... ma non perdiamo la concentrazione: non è facile di per sé riassumere una stagione intera in queste poche righe, figuriamoci se ci mettiamo sotto con l'esegesi del fruttino!

Che campionato... fatto di arrivederci e nuovi arrivi, meteore scintillanti e silenziose conferme. Colpi di scena e colpi di culo. Arrivi e partenze. Inaspettati addii.
Ed io non so se riesco a raccontarvi tutto tutto, anche perché arrivo in ritardo e tutto lo sapete già, ma vi butterò qua e là dei piccoli flash in ordine sparso che dimostrino che anche se in silenzio R&V erano lì a tifare e lavorare per voi.
Il gol di culo di Farias, l'unico che poteva fare, soprattutto ora che in panchina non c'è più LEEGrottaglie a pregare per lui. La maratona dei parrucchieri sfigati da Rastelli a Lopez. Il furto con scasso del gobbi alla prima di ritorno, con l'arbitro che mica sapeva chi siamo, noi! Mica aveva studiato prima di venire qui a non consultare il var! Non si era mica informato di quanto a Red, Violet e nonna Nenna quella sera avevano bisogno di un sorriso supplettivo! Cuore di Bugginu, 'stitzia (giusto per differenziarci)!
E poi... il primo derby dopo non so più quanti anni, Tonara-Torres a su Nuratze, la vittoria più bella, almeno per noi. Cagliari-Benevento e la bidella che entra in classe a dirmi che ha segnato Faragò, l'autoradio che non funziona e io che canto per tutto il viaggio verso casa "quando Gigi Riva tornerà" che porta bene, il tempo di girare le chiavi nella toppa e vinciamo, pareggiamo, vinciamo di nuovo. La coppa Italia di Eccellenza in diretta Facebook, che Dio vi benedica, e la corsa a festeggiare con nonna Nenna. La trasformazione di Paolo Pancrazio da psicodramma a gioiellino. I rigori di Barella. Il miracolo della Roma, il pasticcio della Roma, il "ma vaffanculo, Roma!".
Una voce che corre in fila al seggio elettorale, lo sgomento, le partite annullate: un compagno se n'è andato. La caduta libera, il caso Joao Pedro, le cugurre redivive.

Fino a Firenze,  il 13 maggio, il giorno di Astori. Se vinciamo scrivo lo stiletto! Allora non era piageria, Davide, allora davvero un po' ti piaceva il nostro racconto buffo e colorato del campionato! Un miracolo, un capolavoro, che partita, che spettacolo, che gioia! Abbiano pazienza i fiorentini, ma il nostro caso era più urgente! E poi con noi è stato più tempo... ora manca solo l'epilogo, manca solo il finale di questa stagione strana e breve come un battito d'ali. Dà retta, Davidino di zia Red, chiedi di Efis Martiri Gloriosu e domani pomeriggio vai a trovarlo. Ha una nuvoletta vista golfo, si sta bene, ha sempre da bere in fresco: per lui di sicuro vermentino, ma se preferisci per gli ospiti un'Ichnusa ce l'ha di scorta. Chiamate il maestrale, godetevi il luccichio del mare e la partita guardatevela insieme, sarà bello, vedrete! Due anni fa il miracolo l'ha fatto da solo su martiri gloriosu, ma quest'anno vedetevela insieme l'ultima di campionato, metteteci una buona parola, mi raccomando! L'anno prossimo ti concentri sulla viola, ma domani... ci conto! E adesso zitti, che siamo in prepartita!

Pubblicato il 19 maggio 2018 su La Rassegna Stronza

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Proemio

Il paradigma degli ottavi

  La vita è un po’ fatta così, dà e prende, un giorno ti manda una bella sorpresa e un giorno una brutta lezione, un giorno vinci un mondiale e un giorno ti prende un Embolo… C’est la vie, mes amis ! E la vita insegna, e della vita bisogna imparare l’arte, traendo spunto da ogni occasione. Avevamo in mente di rendicontare ogni minuto di questi Europei, ma partita dopo partita, sarà il caldo di questo strano giugno, sarà lo sgomento dell’ingresso del pallone su una semplice Volkswagen (noi non dimentichiamo, e diciamo forte e chiaro se fosse per noi in campo entrerebbero solo Rolls Royce), ad ogni gara mancava lo spunto, la magia, la polvere di stelle che rendesse necessario il racconto a fare immortali le gesta dei nostri eroi in pantaloncini. Fino a ieri. Più che una partita un paradigma e la sua dimostrazione. La perfetta applicazione delle regole che da anni andiamo predicando per lo più inascoltate. Regola n.1 : Il silenzio prepartita. Si può anche parlare degli avversari